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Nuove generazioni: difficoltà e sfide da affrontare

Matteo Spairani, consulente finanziario

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Tra mille difficoltà lavorative, le nuove generazioni stanno per diventare ricche… e per alcuni potrebbe essere un problema. La soluzione: il dialogo generazionale.

Siamo all’interno di un trend già avviato, incontrovertibile, proprio perché la linea del tempo non può essere deviata o modificata, se non in qualche film di fantascienza.

È in atto un trasferimento di ricchezza senza precedenti tra i baby boomer, ossia i nati dal 1946 al 1964, e le generazioni successive (generazione X, millennials e generazione Z).

Si stima che entro i prossimi 6-7 anni, solo in Italia, passeranno di mano valori mobiliari e immobiliari per circa 2.000 miliardi (ben oltre i 200 all’anno).

Le proporzioni di tale fenomeno non coinvolgono soltanto la nostra nazione: entro i prossimi 20 anni saranno circa 84.000 miliardi di dollari a passare di mano di padre in figlio (o di nipote).

Questi numeri eccezionali sono frutto di un percorso non casuale.

Baby Boomer, i pionieri generazionali

I baby boomer sono nati a ridosso della fine della II Guerra Mondiale e hanno vissuto pienamente il lungo periodo di ricostruzione, di crescita ed in alcuni momenti di vero e proprio boom economico. Nuove aziende, nuove attività, nuovi consumi. Il lavoro e le opportunità non sono mancate, i contratti sono stati stabili, le carriere lavorative ben definite. Soprattutto per l’Italia, la grande capacità di risparmio è stata un ulteriore volano, che ha permesso a questa generazione di costruire una grande ricchezza.

Questa generazione ha visto incrementare notevolmente l’aspettativa di vita e grazie ad un lungo periodo di crescita economica, ha potuto accumulare capitali (come mai probabilmente potranno fare le generazioni successive).

Questi capitali sono serviti e servono tuttora a finanziare gli studi dei figli, l’acquisto della loro casa, l’auto e altri beni. A dimostrazione che le generazioni attuali non hanno la stessa capacità della precedente di generare nuova ricchezza.

Ora ci si avvia al passaggio del testimone, ma le nuove generazioni sono pronte a gestire queste risorse?

Gestione della ricchezza

Come possiamo vedere dai dati Istat nel Rapporto Annuale 2023 in Italia vivono circa 15 milioni di persone che possiamo collocare nella Generazione X (nati tra il 64 ed il 79), mentre i Millennials sono 11 milioni (nati negli anni 80) ed infine sono 8 milioni i ragazzi della Gen. Z (nati negli anni 90 e fino al 2010).  Questi “giovani”, per quanto gli ultimi nati della Gen. Z possono essere i figli della Generazione X, hanno finora vissuto in una condizione lavorativa, sociale ed economica completamente differente dai padri e dai nonni, che li porta ad avere una mentalità nuova, anche nella gestione del denaro.

Il primo punto è che la ricchezza che stanno ereditando, ovviamente non l’hanno creata loro e per quanto sia un elemento scontato, fa una grandissima differenza nell’approccio alla sua gestione.

Vita precaria

Il contesto determina anche le decisioni: le nuove generazioni hanno redditi tendenzialmente poco gratificanti, carriere lavorative molto più frammentate, una situazione pensionistica in prospettiva a dir poco agghiacciante e soprattutto scelte di consumo e capacità di risparmio totalmente differenti rispetto ai loro predecessori.

Brutalmente potremmo dire che hanno poco reddito, basse prospettive di creare nuova ricchezza, ma importanti patrimoni che saranno loro trasferiti nei prossimi anni. E qui possono nascere alcune criticità che richiedono di essere presidiate con l’aiuto del proprio consulente patrimoniale.

Già, perché le nuove generazioni considerano la ricchezza in un’altra prospettiva che coniuga coscienza sociale e responsabilità ambientale.  Tendono inoltre ad avere un rapporto diverso con la sfera privata, spesso mancando di una qualità che era un caposaldo per chi aveva patrimoni importanti: la discrezione. Ed ecco che i nuovi valori del contesto economico e sociale influenzano le loro scelte finanziarie.

Insistere sulla pianificazione patrimoniale è la strada principale per gestire correttamente il passaggio generazionale della ricchezza, disinnescando a monte possibili conflitti generazionali o tra gli stessi beneficiari del trasferimento.

Salto generazionale

Un passaggio ulteriore, per quanto estremamente delicato, è lavorare sul “dialogo generazionale”. La situazione classica e più frequente è il distacco, il salto tra generazioni: chi è al comando, anche se in età avanzata, ci rimane esercitando il controllo fino all’ultimo. Detiene le informazioni strategiche, ha le sue figure di riferimento, tende a relegare ad un ruolo meramente passivo e marginale i futuri attori protagonisti.

Questa fotografia è molto frequente e porta con sé dei rischi sistemici: il primo aspetto, poco considerato, è quello di bloccare la crescita formativa e di assunzione di responsabilità dei giovani presenti nel contesto familiare, tagliandoli fuori dagli aspetti decisionali. La diretta conseguenza di rapporti familiari di questo tipo, è l’armageddon che si crea al momento della morte del capofamiglia: escono fuori i rancori, le liti, i vuoti decisionali. È la via più semplice e rapida per distruggere i rapporti familiari e disintegrare un patrimonio costruito in decenni.

Una coesione intergenerazionale va necessariamente costruita, attraverso il dialogo, nella consapevolezza che sono generazioni che si muovono su coordinate spesso distanti tra loro, ma l’aiuto di una figura esterna (o di un pool di professionisti) può facilitare “la tenuta” della famiglia intorno ad un progetto comune, dove ognuno può portare il suo contributo in termini di idee e di visione.

I genitori devono guardare in prospettiva coinvolgendo i figli nelle decisioni, permettendogli così di imparare, di crescere, di maturare nelle responsabilità, di capire come si è costruita nel tempo una ricchezza di rapporti (familiari e finanziari), così da portare con maggior consapevolezza anche un contributo differente… e proprio perché differente non vuol dire che sia sbagliato.

Le soluzioni migliori nascono da un confronto tra generazioni in cui ci sia rispetto, ascolto, dialogo.

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