Abbiamo già parlato del fenomeno della longevità e di quanto impatterà sui nostri sistemi sociali ed economici. Scopriamo insieme ulteriori approfondimenti.
In una società in cui si tende a vivere più a lungo, il passaggio della ricchezza da una generazione all’altra, si sposta di conseguenza sempre più in là. Andando avanti di questo passo, l’eredità arriverà agli eredi quando saranno vicini all’età pensionabile.
Longevità e trasferimento tardivo dell’eredità
Non dobbiamo sottovalutare che il trasferimento così tardivo, può incidere sul percorso professionale della generazione “ricevente”, la quale rispetto alla generazione “cedente” ha certamente dovuto affrontare un contesto maggiormente frammentato nel mondo del lavoro. E se i figli dovessero ormai essere già consolidati nel loro percorso, l’eredità dei padri potrebbe già essere di fatto destinata ai nipoti, saltando così una generazione.
Ora, al di là dei dati statistici e degli aspetti giuridici, vorrei sottolineare questa sfumatura: l’eredità di un genitore non è semplicemente un trasferimento di ricchezza che per la natura della vita umana, prima o poi troverà concretizzazione. La “ricchezza” nel senso più ampio possibile, che un genitore lascia ad un figlio, rappresenta un dono. E per un genitore che si appresta a vivere l’ultima fase della sua vita, donare è un atto di amore.
Voglio andare oltre l’etichetta della donazione come giuridicamente la conosciamo. Nella sua finalità più alta, la donazione è un atto con cui un soggetto, per puro spirito di liberalità, intende arricchire un’altra persona, senza nulla pretendere in cambio. E qui torniamo a ciò che a livello emotivo muove un genitore verso i propri futuri eredi.
Il tema longevità è in tal senso dirompente: il contesto che stiamo vivendo e che sarà sempre più frequente, vede i genitori vivere fino all’età pienamente matura dei propri figli, in una sorta di nuovo schema della linea temporale. Gli strumenti per gestire questo passaggio sono molteplici, sia che parliamo di risorse finanziarie, immobiliari, aziende di famiglia, ecc.
Abbiamo approfondito quanto una consulenza finanziaria e patrimoniale possa supportarci nell’elaborazione delle strategie più opportune ai nostri obiettivi di trasmissione del patrimonio in favore delle persone a noi care.
Come cambia il senso dell’eredità?
Lo cambia nella misura in cui si consuma un silenzioso scontro generazionale in famiglia e in azienda, soprattutto nei casi in cui in entrambi i contesti si parla la stessa lingua perché intorno al tavolo (del salotto o della sala riunioni) le facce che si confrontano sono le stesse.
La generazione “in attesa di ricevere” ormai viaggia verso la sessantina e forse, cinicamente, è un po’ stufa di attendere. Con o senza la loro quota di ricchezza, la maggior parte del loro percorso professionale, l’hanno compiuta. Forse ci sono riusciti “da soli”, senza aiuti, o forse hanno realizzato meno di quel che avrebbero voluto (le eredità spesso sono il canale che finanzia le idee ed i progetti imprenditoriali della generazione più giovane).
Questo stallo nella trasmissione, avviene in un contesto in cui la fascia di popolazione che dunque dovrebbe essere la più attiva nel mondo lavorativo, ha una condizione frammentata ed un reddito prodotto modesto. I genitori sono invece i detentori del patrimonio, costruito nei decenni precedenti (con stili di vita e di consumo profondamente differenti tra le 2 generazioni) e tendenzialmente ne mantengono il possesso proprio per l’allungamento dell’aspettativa di vita.
Un tema che ho riscontrato nella mia attività e che rallenta il trasferimento delle risorse, è la scarsa fiducia che spesso la generazione dei padri ha verso i figli. Non si condividono gli stili di vita, le scelte professionali e a volte anche quelle familiari. Ci si scontra sui metodi, sulle ambizioni, sui risultati.
Non si ritengono i figli sufficientemente maturi per poter prendere in carico la gestione del patrimonio familiare, figuriamoci le redini dell’Azienda.
Non sto generalizzando, non è così ovunque, ma sono fotografie di contesti familiari “ingessati”, sempre più frequenti e che rischiano di sfociare in tensioni difficili da controllare.
Forse, se svincoliamo il trasferimento di ricchezza dal concetto di successione e la pensiamo “in anticipo” pianificandola correttamente, ritorniamo al suo senso più alto, ossia quello del dono di un genitore verso i propri figli.
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