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Criptovalute: cos’ha comportato la chiusura degli Exchange?

Matteo Spairani, consulente finanziario

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A cosa ci riferiamo parlando di crypto Exchange? E cosa succede agli investitori quando un Exchange si trova in crisi o addirittura deve chiudere per bancarotta? Scopriamolo insieme attraverso i casi di FTX, Binance e Coinbase.

Gli Exchange di criptovalute, cosa sono e come funzionano

Un mercato di trading attraverso piattaforme di compravendita per criptovalute. Ecco a cosa ci riferiamo parlando di crypto Exchange, un vero e proprio luogo virtuale dove scambiare le varie monete digitali, le quali, come ben sappiamo, possiedono di natura una struttura decentralizzata che elimina l’intermediazione di banche o altri istituti finanziari.

Proprio per il loro tipo di organizzazione, dobbiamo scegliere con molta attenzione gli Exchange su cui operare, in modo da evitare i rischi impliciti nel complesso mercato criptovalutario. Possiamo quindi operare questa scelta basandoci su alcuni importanti fattori:

  • le commissioni richieste da una specifica piattaforma;
  • il numero di attacchi hacker subiti nel tempo e come sono stati eventualmente gestiti;
  • il volume quotidiano di scambi;
  • la reputazione complessiva dello specifico Exchange.

Per chi non è troppo esperto del settore, una consulenza finanziaria è quanto mai opportuna. Non dimentichiamo infatti che il mercato delle criptovalute può offrire grandi opportunità di potenziale guadagno, ma è anche un settore ancora oggi poco regolamentato in cui il rischio di trappole è dietro l’angolo. Per un neofita è dunque importante approfondire le indicazioni degli addetti ai lavori con esperienza nella gestione di portafogli crypto.

A proposito di trappole, stiamo per andare a scoprire cosa succede quando dei crypto Exchange vivono situazioni critiche, che possono sfociare addirittura nella bancarotta.

Il caso di FTX

Era l’inizio di novembre 2022 quando giunse la segnalazione da parte di Coindesk, forse la principale piattaforma di informazione online per il mercato delle criptovalute e della Blockchain, riguardo la notizia  dell’insolvenza da parte della società di crypto exchange FTX.

Conto corrente Crypto

Parliamo di quello che all’epoca, per volume di scambi, era il terzo Exchange di criptovalute al mondo. Ma la gestione sciagurata di Sam Bankman-Fried, successivamente arrestato con l’accusa di truffa e bancarotta fraudolenta, ha portato a un vero e proprio terremoto che ha colpito l’intero mondo delle criptovalute.

La società di trading e hedge fund Alameda Research, sempre controllata da Bankman-Fried, era infatti esposta in modo significativo verso FTT, il token generato dalla stessa FTX. Con la perdita di valore di FTT causata dal calo del mercato criptovalutario, Alameda non ha potuto sostenere gli impegni nei confronti dei propri investitori.

Sembrava che a intervenire in soccorso di FTX potesse essere il competitor Binance, che deteneva una partecipazione del 20%. Ma a fronte di una due diligente sulla contabilità aziendale, Binance ha invece annunciato che avrebbe venduto le proprie partecipazioni in FTT.

Il crack è stato quindi inevitabile, così come le enormi perdite per tutti coloro che avevano puntato su FTX, dai soggetti più importanti e influenti del settore crypto, fino ai piccoli investitori.

Su questa vicenda è importante sottolineare quanto i concetti di fiducia e solidità siano molto aleatori, in un settore in cui le regolamentazioni sono soltanto in fase embrionale e dove la tutela dei clienti non può essere garantita al 100%.

Naturalmente esistono delle misure di prevenzione che possono permetterci di limitare in parte i rischi degli investimenti sulle piattaforme di Exchange. Ma, prima di entrare nel merito, vediamo ancora cosa è successo di recente al mercato americano delle criptovalute.

Binance, Coinbase e le indagini della SEC

Sempre a proposito di tentativi di regolamentazione del mercato, va registrato quanto accaduto negli USA all’inizio del mese di giugno. La SEC, autorità di vigilanza finanziaria americana (Security and Exchange Commission), ha fatto causa a Binance e Coinbase, ovvero ai due crypto Exchange più importanti e con i maggiori volumi in tutto il mondo.

Il concetto portato avanti dalla SEC riguarda il fatto che le attività riguardanti le criptovalute dovrebbero ricadere sotto l’egida dei titoli finanziari, seguendone quindi le medesime regole. Il che naturalmente, per l’organizzazione e la struttura intrinseca non solo degli Exchange ma del mercato delle cripto nel suo complesso, allo stato attuale non avviene.

Mercato Crypto

Le due piattaforme si preparano a dare battaglia legale e lo sviluppo giudiziario che prenderà la vicenda avrà una rilevanza enorme per l’intero business. Coinbase ha anche puntato il dito contro la mancanza di una legislazione specifica per il settore, insistendo sulla necessità di introdurre delle regole più chiare.

Resta il fatto che sia Binance, sia Coinbase stanno regolarmente proseguendo le proprie attività, in attesa degli sviluppi di questa vicenda. Ma è ovvio che, pur non avendo dovuto chiudere per bancarotta come invece è successo a FTX, si trovano in una posizione molto difficile, e così chi ha investito su di loro e su tutto il mercato criptovalutario americano (Coinbase è anche quotata in borsa, e ha perso il 20% nella sola giornata del 6 giugno).

Cosa fare in caso di problemi di un Exchange: i consigli del consulente finanziario

I problemi con le autorità negli USA o le chiusure di alcuni Exchange di una certa importanza sono aspetti da tenere in grande considerazione per chi desidera investire nel settore delle criptovalute. Tuttavia ragionare su questi eventi non va visto come un invito a stare alla larga dai crypto Exchange in senso assoluto, quanto piuttosto come un’esortazione a ragionare con attenzione prima di mettere in atto investimenti importanti.

Come abbiamo accennato in precedenza, un consulente finanziario ben preparato può fornire alcune indicazioni molto utili a livello di prevenzione, per aiutare il cliente a definire una corretta esposizione a questo settore e limitare i danni nel caso si verifichino situazioni critiche come quelle di cui abbiamo appena parlato.

Digital wallet

Un esempio è il consiglio di custodire i fondi in un digital wallet che possiamo controllare noi stessi, il cosiddetto non-custodial wallet, così da evitare i rischi legati agli Exchange centralizzati.

La differenza rispetto ai custodial wallets è che questi ultimi sono  portafogli digitali gestiti da terze parti: rappresentano generalmente uno strumento sicuro per custodire gli investimenti, ma in caso di chiusura o di problemi legati all’Exchange che li controlla potremmo rischiare di trovarci in seria difficoltà. Perciò, come nei mercati più tradizionali, un’ottima soluzione può essere quella di operare in modo diversificato, aprendo portafogli online di entrambi i tipi, custodial e non-custodial, per sfruttarne i vantaggi e limitare i rischi.

A parte la prevenzione, ci sono degli scenari in cui è possibile non perdere del tutto i propri investimenti anche in caso un Exchange vada in bancarotta. Si tratta però di situazioni molto specifiche, motivo per cui è difficile poter indicare a livello assoluto se gli investitori riuscirebbero o meno a recuperare i fondi investiti. Vediamo in breve alcuni di questi casi:

  • Truffe: nell’universo delle criptovalute, ci sono anche degli Exchange nati con il solo intento di truffare i risparmiatori. Raccolgono risorse attirando la clientela con potenzialità di guadagno enormi e spariscono da un giorno con l’altro. In questo caso, purtroppo, le probabilità di recuperare i propri investimenti sono estremamente basse.
  • Hackeraggio: se si verifica un furto di criptovalute a opera di un hacker, è molto difficile che i beni digitali rubati possano venire recuperati e restituiti ai legittimi proprietari. Però, se il furto avviene ai danni di un Exchange con una certa reputazione e ben organizzato, sarà quest’ultimo a rimborsare gli investitori. Coinbase, ad esempio, propone a riguardo una specifica assicurazione a tutela degli investimenti dei consumatori.
  • Insolvenza: la possibilità di recuperare i propri fondi esiste, anche se gli investitori sarebbero gli ultimi della lista a venire rimborsati. È proprio questa la circostanza in cui custodire i fondi su un wallet digitale che noi stessi controlliamo può darci un vantaggio, poiché gli asset depositati su un Exchange centralizzato potrebbero venire usati per il pagamento dei creditori principali.
  • Problemi legali: generalmente, se un Exchange deve chiudere per motivi legali, gli investitori verranno rimborsati.

Il mondo delle crypto, per quanto ormai sia di dominio pubblico (tutti conosciamo almeno il nome di una o due valute digitali) è ancora estremamente giovane e il suo percorso di maturazione passa anche attraverso degli “incidenti di percorso”: per evitarli o limitarli il più possibile, serve maggiore regolamentazione, maggiori tutele e maggiore consapevolezza da parte di tutti nell’approcciarsi a queste tematiche.

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