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I miei primi risparmi: come scegliere consulente e investimenti

Matteo Spairani, consulente finanziario

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Consigli su come affrontare queste tematiche e muovere i primi passi, e risparmi, investendo in diversi strumenti.

Una prima precisazione: questo articolo per essere credibile, veritiero e centrato, non poteva prescindere dall’essere realizzato da chi ha le caratteristiche anagrafiche e lavorative per porsi concretamente queste domande. È stato pertanto scritto da un Millennial con cui mi sono confrontato recentemente su questi temi e che in queste poche righe ha voluto portare il suo contributo, la sua esperienza personale.

Arriva un momento nella nostra pur giovane vita, in cui sentiamo di essere dentro un percorso di crescita, il nostro. Iniziamo ad avere le prime soddisfazioni lavorative, un po’ più di indipendenza e siamo desiderosi di far fruttare i primi risparmi che abbiamo messo da parte. Domandarsi come scegliere consulente e quali investimenti selezionare è il punto di partenza.

Partiamo dal presupposto che non esiste una risposta universale per tutti, non c’è un manuale a cui affidarci. Sono diversi gli aspetti da tenere in considerazione nelle nostre scelte d’investimento, come l’età anagrafica, la situazione lavorativa e familiare, le prospettive di crescita personale e professionale, il risparmio accumulato e quello che mensilmente può essere accantonato, le spese già pianificate, gli obiettivi, le aspettative e molto altro.

Quando parliamo di primi investimenti la categoria di investitori a cui ci stiamo riferendo sono prevalentemente i più giovani, i Millennials.

Millennials e lavoro precario

Gli italiani sono senza dubbio un popolo di risparmiatori, ma spesso i giovani, incastrati tra le condizioni lavorative precarie e l’alto tasso di disoccupazione del Paese, non riescono a costruire una propria pianificazione e questo aspetto ha molteplici ricadute sulla possibilità di fare esperienze, di costruirsi una famiglia, di ritagliarsi il proprio spazio nel contesto lavorativo e di sentirsi appagati socialmente. Questo stato di “incertezza cronica” ha un impatto anche sulla capacità di programmare i propri piccoli investimenti.

La conseguenza diretta è che tendono a lasciare i risparmi in conti correnti infruttiferi o conti deposito che offrono bassi rendimenti, con possibilità di guadagno quasi nulle. Il piano di investimento, dunque, risulta fallimentare perché di fatto non è mai potuto decollare.

Come aiutare i giovani ad orientarsi nel mondo degli investimenti?

Il primo passo è scegliere un consulente finanziario adatto alle proprie esigenze, che all’occorrenza possa essere una guida, un coach, una persona di fiducia con cui instaurare un rapporto di condivisione.

Come scegliere un consulente finanziario

Un buon consulente finanziario è colui che è in grado di comprendere la situazione del cliente, non solo a livello finanziario. Capisce le sue paure, i suoi timori e le sue aspettative, che sono proprie del ciclo di vita che il giovane sta affrontando. 

Per questo sono necessarie capacità empatiche e comunicative.

Empatia perché è necessario capire, come detto, quali sono le Ancore a cui il giovane si aggrappa. Ancore “pesanti”, che non gli permettono di staccarsi dalla sua condizione e prendere determinate scelte, che possono anche essere di svolta. Ancore “forti”, che sono ciò a cui si aggrappa nei momenti di difficoltà per non farsi travolgere.

E spesso il legame a queste Ancore è determinato dai Valori di riferimento del giovane, che vanno compresi come quadro fondamentale.

Se il giovane è figlio di persone che sono già clienti del consulente, può essere molto utile riuscire a costruire un ponte comunicativo generazionale, insieme ai familiari, per trovare una chiave di lettura, avendo la delicatezza di lasciare un perimetro di azione e di autonomia al ragazzo, perché è anche un passaggio di responsabilizzazione, sganciandosi dal “per queste cose ci pensano mamma e papà” ed entrando direttamente come protagonista nella “cabina di comando”, venendo chiamo direttamente in causa nelle scelte.

L'importanza della comunicazione tra consulente finanziario e cliente

La comunicazione è altrettanto fondamentale: saper illustrare con chiarezza e trasparenza il piano finanziario costruito insieme al giovane, lo farà sentire più consapevole, rassicurato e al tempo stesso partecipe delle decisioni. Costui deve riuscire a sentirsi in un contesto sia professionale che amicale, che gli permetta di aprirsi liberamente e condividere ogni dubbio. E le condizioni per accompagnarlo in quell’ambiente sicuro le deve creare il consulente. 

Il consulente finanziario perfetto, lo sappiamo, non esiste.

Quello che un giovane cliente deve realmente chiedersi è “come deve essere il mio consulente finanziario per diventare una vera risorsa per me ed aiutarmi a crescere”.

Perché se voglio un consulente che sia soprattutto un “amico” con cui chiacchierare di sport e motori e altre passioni, passerò del tempo piacevole, ma non è detto che sia tempo utile a raggiungere i miei obiettivi. Se voglio un consulente che mi faccia le prediche come mamma e papà, allora tanto vale andare dai genitori, loro hanno per natura il “diritto” di redarguirmi.

A questa domanda si risponde guardandosi dentro e cercando con gli occhi dell’osservatore, di essere il più obiettivi possibili. 

Come scegliere gli investimenti finanziari

Già, dopo che ho capito di non capirmi, devo anche pensare a dove mettere i risparmi.

E quindi? Sono una persona da investimenti sicuri o azzardati? Breve o lungo periodo? Quali sono le tematiche sulle quali mi piacerebbe investire?

Scelta degli investimenti finanziari più idonei per raggiungere i propri obiettivi

È giusto prendersi il proprio tempo e pensare, pensare e pensare ancora. In fondo stiamo parlando dei nostri primi risparmi, giusto? È necessario ponderare bene la scelta. 

Qui entra ulteriormente in gioco il ruolo del consulente che ho scelto, perché può facilitare la selezione, illustrando le opzioni più pertinenti, sulla base delle informazioni che sono state condivise. In questo modo il processo arriva ad una sintesi, che permette di creare una allocazione di portafoglio adeguata. 

Se dovessimo fare un sintetico (estremamente sintetico) elenco di opzioni possibili, i punti di partenza possono essere così riassunti. 

Investire in azioni

Investire in azioni significa diventare proprietari di una porzione di capitale – anche piccola – di una società. Si diventa pertanto “soci” e quindi direttamente coinvolti nel bene e nel male, nella vita societaria dell’azienda. Qui la scelta è vasta, ma i Millennials tipicamente amano investire su settori in forte crescita. 

  • Azioni di aziende tech

Pensiamo solo alla continua espansione di software, hardware, blockchain o della biotecnologia. Stanno sempre più “migliorando” le nostre vite. Si tende però a sottostimare il rischio, ossia la volatilità di questi titoli e a volto ci si riduce a cercare quel nome che crea  fascino legato all’innovazione che rappresenta: per citare degli esempi, TESLA con le sue macchine elettriche, Shopify per ascoltare musica quando e dove si vuole, PayPal per i pagamenti rapidi e sicuri.

  • Azioni di aziende di energia rinnovabile

Questa tematica negli ultimi anni sta crescendo sempre di più. I clienti giovani dimostrano una certa responsabilità in tal senso, hanno piacere che i loro investimenti generino un impatto positivo per l’ambiente e la società.  Gli investimenti sostenibili e responsabili, che volgono la loro attenzione alle energie pulite (come evidenziato nella COP26), generano rendimento in ottica di medio-lungo periodo, ma richiedono una buona strategia di allocazione che integra analisi finanziaria basata su criteri ESG – Environmental, Social e Governance.

EFT

Con gli ETF – Exchange-Traded Fund, fondi di investimento a strategia tipicamente passiva, quotati in borsa, può essere utile predisporre dei piani di accumulo su base mensile o bimestrale. I piani di accumulo sono pensati per tutti, soprattutto perché molti partono da piccoli importi.

Investire in fondi ETF

Questi strumenti si caratterizzano per il fatto di avere come unico obiettivo quello di replicare il rendimento di indici azionari, obbligazionari o di materie prime. Quindi, ad esempio, il valore di un ETF di titoli tecnologici aumenterà o diminuirà a seconda dell’andamento dei prezzi del portafoglio di azioni che replica.

Le caratteristiche fondamentali degli ETF sono:

  1. semplicità: come detto poc’anzi, sono strumenti passivi il cui obiettivo di investimento è esclusivamente quello di replicare la performance dell’indice benchmark a cui fanno riferimento
  2. trasparenza: replicando un indice notorio di mercato, consentono agli investitori di essere consapevoli del profilo rischio/rendimento del proprio investimento, nonché del portafoglio titoli a cui sono esposti
  3. flessibilità: non hanno scadenza e sono quotati in Borsa in tempo reale. L’investitore può quindi modulare in funzione dei propri obiettivi l’orizzonte temporale dell’investimento che può andare dal brevissimo termine al medio/lungo termine
  4. economicità: la politica di gestione passiva propria di questi strumenti e la quotazione in Borsa consentono agli ETF di abbattere i costi tipici della gestione attiva e quelli legati alla distribuzione.

Fondi e Sicav

I fondi comuni sono dei validi strumenti di investimento, se sappiamo però sceglierli con cura. Quando una persona aderisce a un fondo comune affida i propri risparmi ad un Team di Gestione che li amministra sulla base del mandato e degli obiettivi di gestione del Fondo stesso. Il Team di Gestione utilizza le proprie convinzioni, esperienze e competenze, per cercare di realizzare con una gestione attiva, un risultato superiore al benchmark di riferimento.

Dunque, il risparmiatore che aderisce al fondo sottoscrive delle quote, che hanno una valorizzazione (NAV) giornaliera. Tutti i detentori delle quote del Fondo hanno identico trattamento e beneficiano della capacità gestionale del Team, indipendentemente dal controvalore del loro investimento.

Team di gestione dei fondi

Le modalità di sottoscrizione delle quote si dividono in:

  • versamento in un’unica soluzione: in cui viene versato l’intero importo che si vuole investire mediante un’adesione a un piano di investimento del capitale (PIC)
  • versamenti periodici a lungo termine: in cui vengono versate più rate, anche in questo caso con cadenze mensili, bimestrali, trimestrali, ecc. per raggiungere l’importo prefissato mediante un piano di accumulo del capitale (PAC). Con questa modalità si costruisce un risultato a piccoli passi e si riesce a controllare o addirittura sfruttare il tema della volatilità di alcuni mercati.

In base agli strumenti in cui investono, i fondi si classificano principalmente in:

  • azionari: focalizzati sulle azioni
  • obbligazionari: focalizzati sulle obbligazioni
  • bilanciati: focalizzati su azioni e obbligazioni con percentuale di rischio variabile da fondo a fondo
  • monetari: operanti nel mercato monetario.

Sono presenti altre categorie, ma in questo contesto di primo approccio verso queste tematiche, le consideriamo residuali.

Questo tipo di investimento è utile a chi possiede poca esperienza in materia di investimenti, e si vuole affidare a Società di Gestione strutturate che amministrano comparti  in linea con gli obiettivi di investimento del sottoscrittore e soprattutto, in linea con il proprio profilo di rischio.

Azioni, ETF e Fondi/Sicav  sono sicuramente un primo importante paniere entro cui orientarsi per iniziare a investire i primi risparmi.

Ma ora si torna al punto di partenza… se vuoi far da solo, oggi ogni Banca è in grado di metterti a disposizione gli strumenti informatici per permetterti di accedere a qualsiasi mercato. Se vuoi aprirti al confronto, per provare a creare una pianificazione coerente, cercati un consulente che ti sia utile

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