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Giovani e obiettivi finanziari: perché è così difficile costruire un progetto di vita?

Matteo Spairani, consulente finanziario

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Ogni volta che incontro un giovane (e già il “confine” dell’età per cui identificare un giovane è decisamente labile) all’avvio della sua fase lavorativa, o una coppia che sta cercando di immaginare in modo un po’ più strutturato un futuro insieme, mi colpisce sempre la stessa criticità: l’enorme fatica nel parlare di progetti a lungo termine.

Progetti di vita? Sì, ma incerti, sfumati, spesso rimandati.

Investimenti, risparmi, obiettivi finanziari? Ancora più difficili da affrontare.

E non è perché manchi la voglia o l’ambizione. Al contrario, i giovani di oggi sono spesso consapevoli, informati, desiderosi di indipendenza. Ma il contesto in cui si muovono è molto più complesso, frammentato e instabile, rispetto a quello delle generazioni precedenti.

Ogni consulente finanziario sa che è chiamato a fare i conti non solo con numeri e grafici, ma anche con emozioni, insicurezze, paure, desideri più o meno realizzabili. E sempre più spesso il tempo che si dedica all’incontro con il cliente, è ridotto per quanto riguarda l’argomento finanziario ed è amplificato nell’ascolto, nell’accompagnamento delle scelte, nella trasformazione (quando si riesce) di paure in piani.

Oggi più che mai, per approcciare la costruzione di un progetto di vita, occorre partire da basi finanziarie solide. E se queste non ci sono, occorre avere tempo e metodo per costruirle.

La nuova normalità? La precarietà

L’età media in cui si lascia la casa dei genitori in Italia è tra le più alte d’Europa (oltre i 29 anni). Il lavoro stabile è spesso un miraggio, i contratti a tempo indeterminato si fanno attendere, e chi lavora come freelance o con partita IVA spesso vive una grande instabilità reddituale. A tutto questo si aggiungono affitti altissimi, mutui difficili da ottenere senza garanzie familiari, un costo della vita sempre più elevato.

In questo scenario, costruire un progetto di vita (che sia andare a vivere da soli, sposarsi, avere figli, o semplicemente acquistare una casa) sembra davvero irrealizzabile. Eppure, proprio per questo, è necessario iniziare a parlarne fin da subito. Il primo errore che vedo commettere da molti giovani è pensare che “non sia ancora il momento, perché tanto c’è tempo”. Sottovalutiamo che il tempo è l’alleato più potente e strategico di un buon piano finanziario, ma anche una risorsa irrecuperabile se la sprechiamo. Aspettare troppo, o muoversi senza una strategia, spesso significa dover rinunciare a scelte importanti quando saremo nei momenti cruciali del nostro percorso.

Libertà ad ogni costo. Ma quanto costa?

Negli incontri che ho con i clienti più giovani, spesso emerge un altro aspetto interessante: il desiderio di libertà. Libertà di cambiare lavoro, città, percorso. Libertà di non “impegnarsi” in scelte definitive. Eppure questa libertà, senza una pianificazione finanziaria, rischia di diventare una trappola mentale all’interno della quale non troviamo il “perché” che ci permette di prendere determinate decisioni.

Se vivo costantemente senza avere un progetto, un programma, un piano, sto decidendo di affrontare ogni cambiamento in condizioni di emergenza. In cosa si traduce tutto questo? Potrebbe significare, ad esempio, che per urgenza ed emergenza, accetto situazioni “al ribasso”, ossia lavori non soddisfacenti, non gratificanti, non adeguati al mio tenore di vita. Oppure non poter cogliere un’opportunità nuova, in Italia o all’estero, perché non si hanno le risorse finanziarie minime per cogliere questa occasione.

Costruire un progetto finanziario, al contrario di quanto si pensi, non limita la libertà. La rende possibile.

Permette di scegliere, di accettare o rifiutare una proposta con maggiore consapevolezza, perché si costruiscono per tempo i margini e le modalità per affrontare imprevisti, ma anche per investire nel proprio percorso: un master, una esperienza formativa, un cambio radicale di carriera. La vera libertà ha necessità di fondamenta.

Un altro nodo cruciale è culturale. I canali con cui i giovani reperiscono informazioni per costruire la loro cultura finanziaria sono molteplici e a volte peccano di approssimazione. L’educazione finanziaria è ancora un tema su cui investire molto. I soldi sono un argomento scomodo da affrontare tra i ragazzi e dentro le mura di casa: così si cresce senza gli strumenti per capire come funziona un conto corrente, un investimento, un prestito.

Il risultato a volte è che quando arriva il momento di fare delle scelte, come comprare un’auto a rate, acquistare casa con un mutuo, o semplicemente iniziare a risparmiare, si agisce affidandosi a consigli casuali, magari trovati online. Ma la gestione personale delle proprie finanze non è solo matematica, non basta scaricare una app: è un esercizio di strategia, di visione e di metodo. E ogni persona ha una storia diversa, obiettivi diversi, priorità diverse.

I clienti di domani, il ruolo oggi

In questo scenario complesso, il ruolo del consulente finanziario è cambiato molto negli ultimi anni. Non è più solo il “tecnico” che propone soluzioni d’investimento, ma sempre più spesso un alleato nella costruzione di una propria, individuale, esclusiva, identità finanziaria. Con i giovani, il lavoro inizia spesso dalle basi: analisi delle entrate e delle uscite, creazione di un budget sostenibile, definizione delle priorità, scelta di piccole forme di risparmio automatico.

A volte si parte con cifre modeste, con dei piani di accumulo, ma inizialmente la cifra non è fondamentale: l’obiettivo è proprio quello di iniziare, acquisire consapevolezza, imparare a pensare in prospettiva. Poi, crescendo, si lavora su obiettivi più ambiziosi: la prima casa, l’indipendenza economica, la costruzione di una famiglia, il futuro di eventuali figli, la pensione (anche quella, anche se sembra lontanissima). L’approccio deve essere graduale, ma continuo, alimentato da un dialogo continuo.

5 Consigli pratici, per premere lo “start”

Vediamo alcune semplici azioni, molto efficaci, che si possono mettere in atto:

  1. Conosci il tuo stile di vita: prendi carta e penna, o un foglio Excel, o quello che ti viene più comodo e scrivi tutte le tue entrate e tutte le tue spese mensili. Non sottovalutare nulla. Solo così potrai capire dove vanno i tuoi soldi e in quali aree puoi intervenire.
  1. S.O.S. Imprevisti: metti da parte, gradualmente, una quota pari almeno a 5-6 mesi di spese vive. È il tuo salvagente in caso di imprevisti.
  2. Dai un nome ai tuoi Obiettivi: non basta dire “voglio risparmiare”. Devi sapere per cosa: un viaggio, un corso, una casa. Gli obiettivi ti motivano e ti aiutano a restare costante.
  3. Inizia, anche a piccoli passi, ma inizia: il tempo è il tuo alleato. Anche 50 euro al mese possono fare la differenza se ben gestiti nel tempo. Informati, chiedi consiglio, evita il fai-da-te se non hai padronanza dell’argomento.
  4. Chiedi aiuto a un professionista: non devi fare tutto da solo. Un consulente finanziario serio ti aiuterà a costruire il tuo percorso.

Non è facile essere giovani oggi, perché spesso si ha la sensazione che qualcuno o qualcosa ti stia negando delle opportunità. Non è facile progettare, costruire, essere ottimisti.

Ma è proprio per questo che occorre cambiare prospettiva. Invece di subire l’incertezza, possiamo iniziare a gestirla. Invece di aspettare il “momento giusto”, possiamo crearlo. E la finanza personale, se ancorata ai propri obiettivi di vita, può essere una leva potentissima per rendere concreti i sogni, anche in un mondo complesso.

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