Nei giorni scorsi sono state molte le iniziative per ricordare quanto accaduto l’11 settembre 2001.
Senza aggiungere nulla a quanto già scritto e detto, quella giornata è stata uno spartiacque, tra un mondo pre 11 settembre e una società “post”, dove tutto aveva una nuova fragilità.
Abbiamo affrontato nuove paure
Questa ricorrenza è stata anche l’occasione per trarre un bilancio di come i mercati finanziari siano profondamente cambiati in questi 20 anni. Le ore ed i giorni immediatamente successivi agli attentati, sono stati “scioccanti” anche da un punto di vista finanziario.
Io ricordo molto bene l’appuntamento con un cliente la sera del 12 settembre, a casa sua. Era già fissato da alcuni giorni e nessuno dei due se l’era sentita di rinviarlo, per quanto fossimo ancora storditi da quanto stava succedendo.
Il suo primo commento, mentre ancora ero sulla porta d’ingresso: “ci vorranno 10 anni per risollevarci da questa situazione. Mi aspetto fallimenti a catena nelle compagnie assicurative, che non riusciranno a coprire i danni e prima che un aereo si alzi ancora in volo, ci vorranno mesi. L’economia americana è in ginocchio”.
La sua considerazione, legittima, era frutto di un salto nell’ignoto, che tutti stavamo affrontando in quelle ore. La domanda che avevamo in testa era semplice: “E ora? Cosa succederà?”. Mancava sia la lucidità per leggere eventi di tale portata, sia gli strumenti per comprendere il contesto.
Io avevo 24 anni appena compiuti e lavoravo da pochi mesi, lui qualcuno in più, ed era Ingegnere alla Eni. Sembrava tutto molto più grande di noi quella sera. E lo era.L’appuntamento durò due ore e mezza. Decidemmo insieme di mantenere la posizione e di avviare un piano di accumulo sul mercato americano, non appena avrebbe riaperto gli scambi… perché la Borsa di New York era chiusa (il mattino del 11/09 non fece tempo ad aprire e rimase in quella situazione per una settimana).
Dall’11 settembre 2001 all’11 settembre 2021
Oggi si sprecano i grafici, come quello qui sotto (Plus – Sole24Ore del 11.09.21: I mercati dopo l’11 settembre: 20 anni di boom all’insegna delle azioni. E adesso?), che illustrano quanto la Borsa Americana sia cresciuta in modo esponenziale, anche e soprattutto rispetto al mercato italiano.
Si possono fare davvero molte considerazioni in merito.
In tanti prendono spunto per ricordare i comandamenti del buon investitore.
Tutto legittimo e i numeri dicono questo.
Aggiungo una mia piccola riflessione: a ragionare sempre ex-post, o come si dice con il senno del poi, è confermativo delle buone prassi da tenere negli investimenti, ma poi gli eventi vanno vissuti.
Occorre esserci dentro, ma soprattutto esserci, perché quando ci sono mercati che scendono di 10 punti e oltre in un giorno (torniamo anche solo a 1 anno e mezzo fa), spesso non basta dire “stai tranquillo che si sistema”.
Le paure dei clienti (e anche le nostre, se non siamo fatti di granito) vanno ascoltate, capite, condivise e se possibile divise, perché nel prendercene un po’ carico, si alleggerisce il peso del nostro cliente. Occorre che il nostro cliente si senta compreso e percepisca di aver scelto il giusto consulente finanziario rispetto alle sue aspettative.
Sono passati 20 anni e il rapporto con quel cliente è ancora in essere e come spesso accade, nell’andare del tempo, si è consolidato fino a diventare una buona amicizia. Quella sera del 12 settembre 2001 non so se ha fatto la differenza nel nostro percorso condiviso cliente/consulente, ma dopo 20 anni ce la ricordiamo entrambi, sorridendo davanti a un caffè.
Le paure sono legittime, sono nella natura umana e ovviamente trovano spazio anche nel campo finanziario. Quali sono le tue? Raccontamele e affrontiamole insieme per raggiungere i tuoi obiettivi. Contattami per una consulenza finanziaria o patrimoniale gratuita e personalizzata.